Lo sciopero generale ed il presidio/manifestazione del 13 giugno 2018, organizzati da Cgil Cisl Uil a Torino contro gli infortuni e le morti sul lavoro, che nel Paese e nel nostro territorio sono in costante aumento, hanno visto una grande partecipazione.
Questo ci incoraggia nel proseguire l’iniziativa sui temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’incontro con il Prefetto non è stato affatto rituale.
Cgil Cisl Uil hanno denunciato la grave situazione sugli infortuni mortali registrata nella nostra regione e nell’area metropolitana di Torino e illustrato le ragioni che ci hanno fatto ritenere necessaria la proclamazione di uno sciopero generale.
Il Prefetto ha esordito mettendo in evidenza come ci sia un eccessivo impatto mediatico rispetto agli omicidi, un fenomeno che nel nostro Paese è fortemente ridimensionato, mentre i morti sul lavoro non hanno la stessa attenzione.
Ha condiviso con noi che precarietà, politica sugli appalti e allungamento dell’età pensionabile (soprattutto dove si svolgono lavori gravosi) sono anch’essi concause del fenomeno, come lo sono l’allentamento dell’attenzione su informazione e formazione sui temi della sicurezza.
Per questa ragione si è reso disponibile a verificare con l’Anci e con i Comuni la possibilità di stipulare intese per tutelare i lavoratori in appalto, a partire dalla definizione dei capitolati.
Ha dato disponibilità a rivitalizzare i tavoli che erano stati avviati dopo la tragedia della Thyssen, coinvolgendo nuovamente tutti i soggetti.
Il riavvio dei tavoli potrà servire a monitorare la situazione sulla sicurezza e la promozione di iniziative sul tema. Inoltre, partendo dalla correlazione tra gli infortuni e il tipo di lavoro che si svolge, può essere utile per trarre indicazioni sulle modifiche per noi necessarie da apportare al sistema pensionistico nel prosieguo del confronto con il Governo.
La riuscita della manifestazione e dello sciopero, con altissime percentuali di adesione nei settori industriali, è stata possibile grazie all’impegno delle delegate e dei delegati, delle lavoratrici e dei lavoratori, a cui va il nostro ringraziamento.