“Al cospetto del Ministro Calenda abbiamo sottolineato che, sebbene la situazione complessiva del settore automotive sia migliorata negli ultimi anni, purtroppo non tutti i problemi sono risolti e anzi abbiamo due vertenze ancora aperte che rappresentano una vera e propria emergenza: Blutec, che coinvolge a Termini Imerese circa 700 lavoratori più l’indotto, e Industria italiana Autobus, che coinvolge circa 300 lavoratori in Irpinia e 150 a Bologna”. Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, al termine dell’incontro convocato stamattina a Roma dal Ministro dello Sviluppo economico per discutere della situazione dell’automotive in Italia.
“Per quanto specificamente riguarda FCA – spiega Ficco – le ore di cassa integrazione e di solidarietà negli ultimi anni si sono fortemente ridotte: dai 14,4 milioni di ore nel 2015 siamo scesi a 8,4 milioni nel 2016 e a 5,2 nel 2017. Per la completa saturazione degli occupati resta tuttavia la necessità di nuove assegnazioni produttive a Pomigliano, a Mirafiori e alla Maserati di Modena, nonché di un modello che sostituisca la Punto a Melfi; confidiamo che il nuovo piano industriale atteso a giugno possa dare quelle risposte che attendiamo da tempo”.
“Anche in CNH Industrial – aggiunge il sindacalista della Uilm – le ore di cassa e di solidarietà sono molto diminuite da 1,8 milioni del 2015 a 1,5 nel 2016 e a 600 mila nel 2017; possiamo anzi dire che non ci sono più situazioni di crisi strutturali”.
“Al Governo – conclude Ficco – abbiamo innanzitutto posto due questioni molto concrete importanti per tutta l’industria: la necessità di garantire la fruibilità degli ammortizzatori sociali oltre i termini drastici di utilizzo originariamente imposti dal Jobs Act e la necessità di rendere effettivamente accessibile il beneficio di anticipo pensionistico per i lavoratori addetti a mansioni usuranti, che oggi in molti casi risulta vanificato da una discrasia della normativa sulla documentazione da presentare. Quanto infine alla dichiarata intenzione del Ministro di sviluppare un programma di politica industriale, peraltro in collaborazione con le Parti sindacali, possiamo solo sperare che si traduca in azioni utili ad affrontare le preannunciate profonde trasformazioni dell’industria dell’auto”.
Ufficio Stampa Uilm