Sono circa 3 milioni, secondo l’organizzazione Mondiale della Sanità, le donne che ogni anno vengono uccise in tutto il mondo. Anche nel nostro Paese gli atti violenti che vedono vittima le donne sono in aumento e l’emergenza riguarda l’intero territorio nazionale.
Domenica 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. In migliaia di località, in Italia e nel mondo, ci saranno iniziative e manifestazioni promosse principalmente da associazioni, movimenti e sindacati. Lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil è chiaro: “Donne libere dalla violenza nel lavoro”.
Secondo gli ultimi dati dell’Istat le donne che nel corso della loro vita hanno subito molestie sessuali, da quelle verbali e quelli fisiche fino a quelle sul web, sono quasi 9 milioni. Sono un milione e 173mila quelle che hanno subito molestie o ricatti sul posto di lavoro, vale a dire l’8,5 per cento delle lavoratrici. Soltanto lo 0,7 per cento però lo denuncia per il timore di perdere il lavoro o per la vergogna di essere giudicata.
Nella lettera che Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, hanno inviato a tutte le strutture sindacali, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil ricordano che “la violenza nei confronti delle donne è una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione che comprende tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata (Convenzione di Istanbul)”.
Dopo aver ricordato le cifre molto pesanti sull’aumento della violenza contro le donne e le molestie nei luoghi di lavoro, Camusso, Furlan e Barbagallo spiegano che questa situazione “ci chiama in causa come organizzazioni sindacali, ed è su questo che vogliamo mettere l’accento quest’anno in vista della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne, per portare alla luce quanto di nascosto ancora rimane e per proporci, attraverso le nostre strutture territoriali (sportelli, centri servizi) come interlocutori credibili per l’ascolto, la presa in carico e la gestione dei diversi casi di violenza”.
“Il Manifesto unitario che abbiamo preparato per il 25 Novembre, “Donne libere dalla violenza nel lavoro” – conclude la lettera – farà da sfondo alle diverse iniziative che si stanno organizzando a livello locale, e vuole ribadire questo nostro impegno per fare dell’ambiente di lavoro un luogo sicuro e rispettoso della dignità non solo delle lavoratrici e dei lavoratori ma di tutte le persone che vi operano”.